Fusione: il tokamak JT-60SA diventa superconduttore

Procede come da programma la fase di avvio della macchina JT-60SA (tokamak) realizzata a supporto di ITER, il più importante progetto di Big Science sull’energia da fusione nucleare.

Il tokamak (dispositivo a fusione complesso) JT-60SA è recentemente diventato superconduttore ed ha attualmente raggiunto la temperatura di esercizio di – 269 ° C, all’incirca equivalente alla temperatura che troviamo nello spazio.

Il sistema superconduttore rappresenta il cuore del reattore del progetto di ricerca Broader Approach, l’accordo tra Europa e Giappone finalizzato ad una più rapida esecuzione del programma di ricerca mondiale sulla fusione nucleare. Ad oggi è il più grande tokamak superconduttore al mondo e lo resterà fino al completamento di ITER.

Le aziende italiane, supervisionate e coordinate da ENEA, hanno fornito un contributo significativo nella realizzazione dei componenti ad elevato livello tecnologico per il progetto. Tra queste la Walter Tosto ha prodotto le casse di contenimento delle bobine che costituiscono il sistema magnetico superconduttore.

Dopo il completamento dell’assemblaggio del tokamak a Naka nel marzo 2020, il team congiunto giapponese ed europeo si prepara per ottenere il “primo plasma”.

L’avvio della macchina ha avuto luogo lo scorso 10 ottobre 2020. Il processo è iniziato con l’evacuazione di tutta l’aria dal recipiente da vuoto. Tale fase, durata circa tre settimane, ha successivamente aperto la strada al raffreddamento lento dei magneti per portarli, partendo da una temperatura iniziale di 27°C, alla temperatura operativa di – 269 ° C. L’obiettivo è stato raggiunto negli ultimi giorni ed è possibile visionare la temperatura attuale sul sito web http://www.jt60sa.org/jt60sa_tmon/.