12 Gennaio 2017. Siamo a Naka, in Giappone, per celebrare l’avvio delle operazioni di assemblaggio del sistema magnetico del reattore sperimentale per la fusione nucleare JT-60SA. Il sistema superconduttore rappresenta il cuore del reattore del progetto di ricerca Broader Approach, l’accordo tra Europa e Giappone finalizzato ad una più rapida esecuzione del programma di ricerca mondiale sulla fusione nucleare.

Le aziende italiane, supervisionate e coordinate da ENEA, hanno fornito un contributo significativo nella realizzazione dei componenti ad elevato livello tecnologico per il progetto. La Walter Tosto ha prodotto le casse di contenimento delle bobine che costituiranno il sistema magnetico superconduttore. Le altre realtà italiane sono ASG Superconductors, che ha realizzato 9 delle 18 bobine previste dal progetto, Ocem Energy Technology, Poseico ed il Consorzio Icas.

Tra i relatori dell’evento, importanti personalità quali il Direttore Generale della divisione Energia della Comunità Europea, Gerassimos Thomas, il Ministro Giapponese dell’educazione, cultura, sport, scienza e tecnologia Toshiei Mizuochi, il Governatore della prefettura di Ibaraki, Masaru Hashimoto ed il Direttore di Fusion 4 Energy, Johannes Schwemmer.

Federico Testa, Presidente di ENEA, ha rimarcato l’importanza di questo progettoper l’Italia in termini di ricadute scientifiche, economiche e di competitività: “Il nostro paese ha conquistato un livello di eccellenza in questa grande sfida tecnologica e di innovazione per ottenere energia sicura e pulita, in grado di sostituire i combustibili fossili a costi competitivi”.

Massimiliano Tacconelli, Manager della Divisione Nucleare Walter Tosto SpA, durante la sua presentazione ha evidenziato come non solo l’impiego di attrezzature e macchinari all’avanguardia ma anche e soprattuttole persone che hanno lavorato al progetto, con le loro competenze e la loro dedizione, siano state la chiave per raggiungere questo importante traguardo.

Il progetto JT-60SA rappresenta di fatto un clamoroso esempio di collaborazione internazionale e di sinergia tra industria ed enti di ricerca. Il suo completamento è atteso entro il 2019.